Fabio Calvetti

La formazione di Fabio Calvetti (Certaldo, Firenze, 1956), è avvenuta sotto il segno ambivalente e un po' ambiguo della sperimentazione degli anni Settanta. Tra una figurazione che non voleva essere convenzionale, le spinte pop e della poesia visiva, la pagina di Calvetti venne corroborata definitivamente dagli insegnamenti di un artista di carattere e di razza quale Fernando Farulli. Una graduale maturazione del segno ha condotto l'autore a rendere più essenziale ed efficiente la composizione: ambienti in cui sembrano accessibili alcune tracce del suo percorso formativo, certi amori, certe allampanate solitudini alla Hopper. Alla fine, le figure di Calvetti, elaborate sempre di più nel senso di un "levare" a vantaggio di un dinamico straniamento del soggetto, sono divenute veicolo di una narrazione contemporanea che ha varcato i confini nazionali. Infatti i primi e maggiori riconoscimenti ottenuti dall'artista, sono arrivati dall'estero. Nel 1987 viene inserito da Tommaso Paloscia nella sezione dedicata ai giovani artisti italiani "Onda verde", in occasione del Salone Internazionale dell'Arte Contemporanea a Firenze. In seguito, il suo percorso espositivo si è articolato tra Italia, Germania, Spagna e gli Stati Uniti, concentrandosi soprattutto sulla Francia e il Giappone: sue personali si sono tenute al City Art Museum di Kwangju in Corea, alla Galerie Art Comparason di Parigi, alla Shiraishi Gallery di Tokyo, alla Hebecker Gallery di Weimar, al Crédit Mutuel de Bretagne a Brest, al Shinjuku Park Tower di Tokyo, alla Galerie Tatiana Tournemine di Parigi, alla Galerie Australe di Noumea in Nuova Caledonia, alla Daimaru Gallery di Osaka. Recentemente il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo gli ha dedicato un'antologica; ha poi esposto alla Galleria Artesanterasmo di Milano, a Palazzo Venezia di Roma, alla Biblioteca Marciana di Venezia e nel Chiostro di Sant'Agostino a Pietrasanta (Lu) e, successivamente, è stato presente con rassegne monografiche anche a Lione (Galerie Saint-Hubert) e nel Lussemburgo. La sua presenza è ricca e costante anche nelle Fiere internazionali di Ginevra, Amsterdam, Strasburgo, Gand, Den Haag e Kortrijk.

"Alle fondamenta di quella poetica intimista che ha distinto l'opera di Fabio Calvetti come una delle più interessanti in ambito contemporaneo sta l'indole, continuamente attraversata da palpitanti abbandoni lirici, di un autore ispirato, da sempre portato ad indagare quanto di immateriale abiti intorno alla figura umana. Che egli prediliga la notte ed i suoi silenzi incantati e surreali risulta indizio, solido, di uno scandaglio che mira a verità arcane, dissimulate in una penombra al solito squarciata da un fascio di luce vivida e spirituale, nella quale il corpo sensuale di una donna è apparizione simbolica almeno quanto i suoi abiti succinti: segno di libertà, e solitudine, a lungo, di giorno, vagheggiate. In quelle disadorne stanze appena ingentilite da qualche tappeto rosso, la notte - scrive in una poesia Calvetti - cancella dettagli/e presenze inutili,/mettendo in scena solo l'inevitabile verità/di un attimo, statico, accecante e silenzioso".


Giovanni Faccenda
Dal catalogo “Sulla strada di Venere”, edizioni Polistampa, dell’esposizione a San Donato (FI), 2012.


mostra Leonardo arte