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Tesi optometria 17 luglio 2015

...e con stereopsi minima di 100’’, sono stati sottoposti a compilazione di tre questionari psicometrici (CISS, scheda pre esame MCH e COVD QOL) e misurazione delle curve di disparità, delle forie associate e della disparità di fissazione con il Disparometro di Sheedy e delle sole forie associate orizzontali e verticali con il tablet VisionApp. Risultati: Le percentuali di tipologie di curve registrate sono: I tipo 45%, II tipo 38%, III tipo 15% e IV tipo 2%. Sono stati rilevati 37 soggetti con exodisparità media di -4±3’, 21 con esodisparità media di 3±1’ e 8 con DF=0. L’analisi della varianza della FA orizzontale con i due strumenti restituisce un valore p=0,94 e della FA verticale p=0,75. Lo studio statistico effettuato tramite questionari riporta molti più soggetti asintomatici, indipendentemente dalla tipologia di curva di disparità di appartenenza. Conclusioni: Le percentuali di CDF rilevate in questo studio si sono mostrate coerenti con quelle presenti in letteratura. L’analisi statistica della DF ha fatto rilevare più exodisparità che esodisparità, al contrario di uno studio precedente. Le misure delle FA hanno mostrato poca correlazione tra i due test, probabilmente dovuta alla strutturazione differente dei blocchi fusionali e alla tipologia di esecuzione dei test (il disparometro al forottero, il tablet a campo visivo libero). Si è pertanto concluso che le misure di uno strumento non possono essere normative per l’altro. I questionari psicometrici hanno invece mostrato scarsa correlazione con le tipologie di curve di appartenenza dei soggetti esaminati. CANTU’ FRANCESCO, POMARE’ MONTIN CARLOTTA Titolo della tesi “Confronto e ripetibilità a breve termine di tre tecniche di misurazione delle eteroforie”. Relatore: Alessio Pietro Facchin. Votazione conseguita da Pomarè Montin: 110/110. Scopo: Comparazione di tre metodi soggettivi largamente utilizzati nella pratica clinica nel rilevamento dello stato eteroforico. Sono state valutate la ripetibilità interna dei test e le differenze tra i metodi, con le possibili tendenze dei risultati. Le valutazioni sono state effettuate alla luce di quanto pubblicato precedentemente sull’argomento, rilevando similitudini o possibili differenze. Materiali e metodi: 48 soggetti sono stati sottoposti a tre test: Von Graefe, Maddox e Facchin Foria Card per lontano e per vicino. Per valutare la ripetibilità a breve termine, ogni test viene effettuato per tre volte. Utilizziamo una sequenza randomizzata con tutte le possibili combinazioni di presentazione dei test per evitare influenze tra uno e l'altro. Von Graefe e Maddox vengono rilevati con forottero, Facchin Foria Card con occhialino di prova. Risultati: Buona la ripetibilità di tutti i test da lontano e da vicino. Nel confronto fra i test da lontano, il Von Graefe mostra i risultati con tendenza più exoforica, la Foria Card fornisce dei risultati simili e il Maddox significativamente più eso. Da vicino il Von Graefe continua a fornire i dati più exoforici. In questo caso il Maddox fornisce valori con tendenza simile. Conclusioni: I test possono anche essere eseguiti una sola volta perché hanno una ripetibilità molto buona. Da lontano il metodo di dissociazione influisce sulla tendenza dei risultati. Il Von Graefe risulta essere il meno attendibile dei tre. Da vicino l’accomodazione sembra giocare un ruolo strategico, meglio controllata con occhialino. Facchin Foria Card con occhialino sembra fornire dati più neutrali senza una particolare tendenza. FATTORI LEONARDO Titolo della tesi “Effetto della sequenza psicometrica nella determinazione delle riserve nelle vergenze fusionali”. Relatore: Edoardo Franceschi. Introduzione – E' noto che le vergenze fusionali sono sensorialmente correlate in modo sinergico con i processi identificativi, in primis la funzione accomodativa, regolata dal SNA (sistema simpatico e parasimpatico). Tale correlazione diretta implica la presenza di un rapporto di relazione tra questi sistemi. Quando si misurano le riserve fusionali la procedura comunemente accettata nella clinica optometrica è quella di rilevare prima le riserve fusionali negative e poi quelle positive. La ragione di tale pratica è data dalla supposizione che se si determina prima la convergenza il maggiore tono accomodativo richiamato porta il sistema visivo verso un adattamento significativo che può alterare negativamente la misura delle riserve in divergenza. L'obbiettivo di questo studio è quindi quello di misurare accuratamente le vergenze in entrambe le direzioni per determinare se l'ordine in cui vengano rilevate possa alterarne i risultati. Metodi - Trenta soggetti di età compresa trai 19 e i 29 anni sono stati sottoposti ai test della misurazione delle vergenze. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi, A e B, di 15 persone in modo casuale. Nel primo gruppo (A) sono state misurate per prime le vergenze fusionali negative, in seguito quelle positive. Il giorno successivo alla stessa ora e alle stesse condizioni ambientali sono state fatte le stesse misurazioni con ordine inverso. Analogamente anche nel gruppo B sono state misurate le vergenze fusionali, ma seguendo l'ordine opposto del gruppo A. Sì è proceduto quindi prima con le riserve fusionali positive, poi con le negative. A distanza di un giorno si è proceduto al contrario. Risultati - I valori delle vergenze fusionali negative sono significativamente più bassi se misurati successivamente alle vergenze fusionali positive. Tale dato riguarda sia il punto di rottura che il punto di recupero. I valori delle vergenze fusionali positive invece non cambiano in modo significativo sia nel punto di recupero sia nel punto di rottura. Conclusioni - La misura delle vergenze positive eseguita prima di quella delle vergenze negative influenza in modo significativo i valori della misurazione. Pertanto se non si vuole incorrere in questo tipo di alterazione dei risultati è consigliato procedere prima nella misurazione delle vergenze negative e poi in quelle delle positive. ZIGLIOLI ELSA, BOSETTI ARIALDO Titolo della tesi “Screening visivi e prevenzione: l’esperienza optometrica presso l’Istituto scolastico Madonna della neve di Adro”. Relatore: Silvio Maffioletti. Assistiti dal prof. Silvio Maffioletti e dal prof. Alessio Facchin, la candidata Ziglioli ed il compagno di corso Bosetti, hanno organizzato ed effettuato un approfondito screening visivo ad alunni frequentanti il primo anno della scuola primaria presso l’Istituto “Madonna della Neve” di Adro, in provincia di Brescia. La tesi è il frutto di questo lavoro, svolto tra il 2 e il 5 dicembre 2014, nel quale sono stati somministrati dodici test optometrici a un campione di 73 alunni di età compresa tra i 5 e i 6 anni. Nella prima parte si tratta dell’importanza delle abilità visive e delle capacità richieste al bambino al fine di un’efficiente lettura, per focalizzare poi l’attenzione sul ruolo della struttura scolastica nella visione del bambino: l’importanza di una buona illuminazione, l’impugnatura della penna, l’adozione di una corretta postura grazie a banchi ergonomici, la disposizione in aula più consona, così come suggerito nel progetto “Bimbo visione” di Federottica. Si passa poi ad elencare nello specifico i dodici test effettuati. Essi vengono raggruppati in tre gruppi: test dell’integrità visiva (AVL, AVV, HRR), test dell’efficienza visiva (PPA, PPC, DEM test, TNO, Nsuco test, Cover/Uncover Test), test dell’elaborazione visiva (Beta Test, impugnatura della penna, modalità di scrittura). L’attenzione dei candidati si è focalizzata sui test inerenti al gruppo dell’integrità visiva e dell’elaborazione visiva. Confrontando i risultati dei test effettuati si sono riscontrate affinità. Nell’ultimo paragrafo si prendono in considerazione alcuni esercizi e accorgimenti finalizzati all’ottenimento di una miglior efficienza visiva. BAROFFIO MARIA CHIARA Titolo della tesi “Lettura e filtri colorati: scienza e pseudoscienza?”. Relatore: Alessio Pietro Facchin. Tra i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), che interessano alcune abilità nell’apprendimento scolastico, l’abilità di lettura (dislessia), quella di scrittura (disgrafia e disortografia), e quella di calcolo (discalculia) la candidata si è rivolta all’analisi delle caratteristiche della dislessia e al possibile uso di filtri colorati per il suo trattamento, come indicato da Helen Irlen. Viene rivista buona parte della letteratura sull’argomento, per arrivare alla conclusione che una valutazione completa sulla materia è quantomeno difficile, essendo impossibile comprendere appieno il meccanismo di funzionamento dei filtri colorati. Peraltro a sostegno della teoria Irlen è possibile rinvenire una letteratura pressoché aneddotica e poco scientifica. Irlen ha costruito intorno a sé un vero e proprio muro di chiusura verso qualsiasi approccio di natura scientifica, forse conscia del fatto che alla base del suo metodo erano pochi i fondamenti solidi. Visti i risultati principalmente negativi o dubitativi nelle diverse ricerche, unite al fatto che i risultati positivi sono mostrati solo da ricerche dell’inventore Irlen e di un convinto sostenitore del metodo, e la mancanza di un chiaro meccanismo di azione, è molto più adeguato definire (ad oggi) l’utilizzo dei filtri colorati come pseudoscienza. DI GIROLAMO CIRO Titolo della tesi “Valutazione dei filtri colorati su un testi di lettura e soppressione”. Relatore: Alessio Pietro Facchin. Lo scopo di questo lavoro sperimentale è stato quello di indagare l'incidenza di filtri colorati durante la lettura di un testo, verificare se l'uso dei filtri colorati potesse migliorare l’efficienza. Durante uno screening visivo effettuato su 101 studenti appartenenti alla scuola primaria delle cinque classi elementari, sono stati scelti 76 studenti e suddivisi in due gruppi da 36 allineati tra ametropi ed emmetropi. Questi due gruppi sono stati i soggetti del lavoro sperimentale. L'indagine è stata effettuata utilizzando il test di valutazione della soppressione oculare. Sono stati tenuti in considerazione due fattori per determinare dei valori sui quali fare delle valutazioni: tempo di lettura e errori di lettura effettuati leggendo lo stesso testo prima senza filtro colorato e poi con filtro colorato. I risultati rivelano che l'uso di un filtro colorato durante la lettura sostanzialmente non migliora la capacità di lettura né in termini di tempo né in termini di errori lettura sillabe. Se per il gruppo degli ametropi il miglioramento risulta essere molto basso pari al 5,78%, assolutamente relativo e insignificante risulta essere per il gruppo emmetropi 0,96 %. Le criticità di questo lavoro possono essere: l'utilizzo dello stesso testo per la prima e seconda lettura, la vicinanza in termini di tempo dalla prima alla seconda lettura, la mancanza di un criterio scientifico per la scelta del colore del filtro. Il risultato dell’indagine porta alla conclusione che i filtri colorati non apportano nessun miglioramento durante la lettura di un testo. Aldilà di questo lavoro, ad oggi la comunità scientifica è molto scettica sulla bontà e validità dell'uso dei filtri colorati. Scetticismo che nasce soprattutto dalla mancanza di una base scientifica/fisiologica sulla quale poggiare la spiegazione dei benefici nell'usarli. VASSILI CHIARA Titolo della tesi “Utilizzo di un questionario psicometrico per la valutazione della qualità visiva dopo il trattamento”. Relatore: Laura Boccardo. Lo scopo del lavoro è quello di mettere in correlazione le aberrazioni indotte dal trattamento di ortocheratologia, studiate attraverso l’uso della topografia corneale, e la qualità soggettiva della visione, valutata mediante l’uso di questionari psicometrici. Lo studio è stato condotto su un campione di quindici pazienti (otto femmine e sette maschi) di età compresa fra gli 11 e i 29 anni (media 20 ± 9). Questi presentavano prima del trattamento un errore refrattivo sferico medio di -3.625 D ± 2.375 ed un astigmatismo medio di 0.50 D ± 0.50. Il trattamento ortocheratologico è stato efficace nel correggere la miopia dei pazienti, che si presentavano alla visita di controllo sostanzialmente emmetropizzati (errore refrattivo medio post trattamento: 0,00 D ±0,25) e con un’acuità visiva elevata (min 10/10; max 15/10). Le aberrazioni corneali sono state ottenute tramite il software di analisi del topografo Antares (CSO). I sintomi soggettivi sono stati valutati tramite il questionario QoV (Quality of Vision), sviluppato da McAlinden e colleghi nel 2010. Il questionario è in grado di valutare la frequenza, la gravità e il fastidio legato ai sintomi visivi. Le aberrazioni totali (OPD) dopo il trattamento sono mediamente 0,96±0.53. L’aberrazione di valore più elevato è l’astigmatismo (0,99±1.84), seguito dall’aberrazione sferica (0,42±0.15) e dal coma (0,41±0.29). Complessivamente i pazienti lamentano maggiori sintomi per quanto riguarda la presenza di aloni e raggi luminosi intorno alle luci, mentre i sintomi minori riguardano la visione doppia, la distorsione e la fluttuazione delle immagini. L’analisi dei risultati non manifesta una correlazione significativa fra i sintomi soggettivi e le aberrazioni corneali indotte dal trattamento ortocheratologico. Non è presente neppure una correlazione fra i sintomi e l’entità della miopia corretta. Invece è presente una certa correlazione con l’età dei soggetti esaminati. Questo risultato suggerisce che dobbiamo focalizzare la nostra attenzione su altri fattori, come quelli ambientali e/o comportamentali, se vogliamo davvero comprendere la soddisfazione delle persone sottoposte a questo tipo di trattamento. FIGUCCIA MANUEL, GALEOTTI GIANCARLO Titolo della tesi “Cooper Vision Proclear 1 Day Multifocal: valutazione delle linee guida applicative”. Relatore: Alberto Bernardoni. Come spiegano i candidati: “Lo scopo di questo lavoro di ricerca è stato quello di verificare la procedura e le linee guida per la corretta applicazione fornite dall’azienda produttrice di una lente a contatto per la correzione della presbiopia”. In particolare si voleva valutare in che percentuale le linee guida possono portare veramente all’applicazione definitiva, senza modifiche nella correzione individuata. Lo studio è stato fatto su di un campione di pazienti selezionati soprattutto in base alle motivazioni per il porto e quindi all’interesse suscitato in essi da questa modalità di correzione, finora mai provata. Oltre alla misura dell’AV sono stati rilevati i valori di stereopsi e AV a b...



Tesi optometria 27 novembre 2015

...della stereopsi in rilievo e in profondità”. Relatore: Sostegni Paolo. Votazione conseguita: 110/110. Propositi. L'obiettivo di questo studio è stato quello di valutare l'eventuale presenza di una differente percezione tra stereospi in rilievo e in profondità in un medesimo soggetto, e calcolare se, da un punto di vista statistico, la differenza rilevata potesse considerarsi significativa. Si è inoltre verificato se ci fosse una relazione tra la grandezza e distribuzione dell'area di Panum e la miglior percezione in rilievo piuttosto che in profondità (o viceversa). Metodi. Il gruppo iniziale di soggetti analizzati era composto da 68 persone, di età compresa fra i 19 e i 29 anni, che avessero un'acuità visiva non inferiore ai 10/10 e visione binoculare normale. Ai soggetti selezionati venivano effettuati 8 test: ampiezza dell'area di Panum con due differenti versioni della corda di Brock, stereopsi locale (...



Tesi optometria 27 giugno 2016

...eale, stereopsi di almeno 100 secondi d'arco, visus di 10/10 con correzione, assenza di anisometropia e sensibilità allo spostamento dell'asse del cilindro di almeno 5°. I valori misurati binocularmente sono stati confrontati con i valori dell'asse ottenuti monocularmente ed è emerso dallo studio che nei due terzi dei trenta pazienti esaminati si è verificata una rotazione di 5° o maggiore in almeno uno dei due occhi; è inoltre emerso che questa rotazione, se considerata, porta ad un miglioramento dell'acuità visiva. Si pensa quindi che l’utilizzo della tecnica di misurazione binoculare con setto psicologico possa portare ad un valore più preciso e veritiero dell'asse del cilindro correttore e ad un conseguente aumento delle performance visive e del comfort del paziente. ESPOSITO GABRIELE Titolo della tesi “L’aniseiconia refrattiva e la sua valutazione: il Manus Test”. Relatore: Maffioletti Silvio; correlatore: Facchin Alessio Pietro. L'anisometropia è uno degli aspetti optometrici da valutare e considerare attentamente durante l'esame visivo. Come dimostrato teoricamente in letteratura, l'uso di lenti a contatto contribuisce a ridurre l'aniseiconia. Nello studio l'obiettivo è evidenziare in modo esplicito e preciso la riduzione dell'aniseiconia, confrontando l'ingrandimento dell'immagine retinica dato dalla lente oftalmica con quello dato dalla lente a contatto. La riduzione dell'aniseiconia è il primo step per migliorare la visione binoculare e quindi migliorare la performance visiva. In via sperimentale è stato utilizzato il Manus Test, che ha permesso la raccolta dati per la realizzazione di questo studio. FERTONANI GIOVANNI, KAVRAKOU CHARIS Titolo della tesi “Applicazione di lenti a contatto su esiti di cheratoplastica: un’esperienza clinica”. Relatore: Falleni Carlo; correlatore: Marcuglia Dino. L’elaborato si pone l’obiettivo di fornire all’optometrista delle indicazioni applicative di lenti a contatto a soggetti che hanno subito l’intervento chirurgico di cheratoplastica. La cheratoplastica può avere degli esiti positivi e il soggetto potrebbe non avere più bisogno di correzione visiva, oppure un eventuale astigmatismo residuo potrebbe essere corretto con semplici lenti oftalmiche. Può però capitare che questo non avvenga perché la superficie corneale risulta irregolare e di conseguenza il visus è ridotto. L’optometrista svolge un ruolo fondamentale a fianco del medico oculista per dare un aiuto a queste persone che necessitano di un supporto contattologico. Dopo un’ampia introduzione vengono presentati dei casi di soggetti sottoposti a cheratoplastica ai quali sono state applicate le lenti a contatto. Sono analizzati i dati preliminari con particolare attenzione alla morfologia della cornea, osservata attraverso i dati topografici oltre che in lampada a fessura. Si illustrano le caratteristiche geometriche e ottiche delle lenti che sono state applicate e si descrivono le modifiche apportate. Si conclude con il commento del risultato finale ottenuto in termini di comfort e visione per i soggetti trattati. LORENZI LARA, TASSINI FEDERICA Titolo della tesi “L’optometria al servizio dell’Africa. Screening visivo in Casamance (Senegal) e prospettive di sviluppo per il futuro”. Relatore: Parenti Luciano. Votazione conseguita da Lorenzi: 110 /110 con lode. L’elaborato descrive l’esperienza di missione in Senegal e precisamente nella zona del fiume Casamance, che dà il nome alla regione, nel marzo 2015, concentrando l’attenzione sull’attività di screening visivo con finalità statistica sul campione di studenti dai 7 ai 14 anni della scuola elementare e media “Kabrousse 2”; inoltre definisce le necessità primarie della popolazione che denuncia problematiche in campo visivo ed oculare nella zona di Kabrousse e dintorni per attivare eventuali interventi di sviluppo nel settore. A fronte dei test optometrici eseguiti sul campione in regime di screening, è risultata una incidenza dei difetti refrattivi media inferiore al 10%; il rapporto si è rivelato maggiore negli studenti dagli 11 ai 16 anni rispetto a quelli dai 7 ai 10 anni con prevalenza di miopia e astigmatismo. Il campione di popolazione adulta analizzato al di fuori del regime di screening, invece, riporta come più invalidanti e ricorrenti i problemi di presbiopia, fotofobia, secchezza oculare e astigmatismo, spesso causato dalla progressione dello pterigio. La bassa incidenza di difetti refrattivi nella popolazione studentesca esaminata e l’ingente richiesta di controlli visivi da parte della popolazione adulta o comunque non facente parte del campione di studio, suggerisce di indirizzare gli sforzi dei volontari sulle visite a chi percepisce realmente un disagio; sulla formazione e l’informazione degli insegnanti e degli operatori sanitari locali, affinché siano in grado di riconoscere un potenziale deficit visivo nei loro studenti e pazienti, distinguendolo da una problematica più tipicamente patologica; sulla sensibilizzazione delle famiglie nell’igiene oculare, nella prevenzione dello pterigio e delle malattie oculari; sulla sensibilizzazione all’utilizzo dell’occhiale da sole come dispositivo di prevenzione e protezione dalle radiazioni UV e dagli agenti atmosferici. MAGGI DANILO Titolo della tesi “Analisi dell’articolo: L’importanza della visione stereoscopica nella vita quotidiana”. Relatore: Sostegni Paolo. Il lavoro ha lo scopo di far comprendere l’importanza della visione stereoscopica nella vita di tutti i giorni, specialmente in quelle attività prossimali nelle quali questa qualità risulta molto importante. Spesso la stereopsi non vien...



Tesi optometria 31 marzo 2017

...ri di stereopsi, sia da lontano che da vicino, e la percentuale di differenza di ingrandimento delle immagini retiniche (anche questa sia da lontano che da vicino) con il test dei ganci orizzontali. A questo punto è stata applicata, nell'occhio con dominanza sensoriale, una lente a contatto di +4.00 D ed è stata eseguita una sovra-refrazione per trovare la lente effettiva da inserire sulla correzione a tempiale. Indossato l’occhiale si è creata aniseiconia. Sono stati somministrati nuovamente i test iniziali per misurare gli effetti dell’aniseiconia sulla visione in tre momenti: subito dopo l’applicazione della lac e del relativo occhiale, dopo trenta minuti dall’applicazione e dopo un ora. La stessa procedura è stata ripetuta qualche giorno dopo sull’occhio non dominante. Risultati. Una volta creata aniseiconia (mediamente del 5,5%) tutti i test sono risultati peggiori rispetto alla visione naturale in tutti i soggetti. Con il tempo, l’adattamento sensoriale ha permesso un miglioramento sia della stereopsi che dell...

25/08/2017 - Un nuovo corso sulla disparità di fissazione e sulla prescrizione prismatica

...re la stereopsi durante un esame refrattivo? 6) Perché è utile misurare l’acuità visiva a basso contrasto? Le risposte, e i relativi perché, a queste domande le troverete nel corso, ma intanto anticipiamo con decisione che la risposta alle domande 2 e 4 è: NO! Non basta. Come affermato spesso nelle nostre comunicazioni, la valutazione funzionale della visione binoculare nell’esame refrattivo è uno dei capisaldi della professione optometrica. Ogni optometrista, o ottico che intenda praticare l’optometria, deve essere abile in questa disciplina, saperla esercitare con competenze adeguate, conoscerne i fondamenti teorici e quelli pratici, aver appreso i test e le procedure d’esame. E tra questi un posto importante lo occupa proprio la misura della disparità di fissazione. A questo argomento, la cui importanza è ampiamente sottostimata in Italia, sarà dedicata una larga parte del corso. I temi trattati, già proposti dall’IRSOO in alcuni percorsi formativi del recente passato, hanno sempre avuto un alto gradimento tra i partecipanti, che hanno potuto apprezzarne l’impatto sulla propria attività professionale. Stereopsi, dispari...

Tesi optometria 6 Luglio 2017

...gola, stereopsi di almeno 160” e assenza di patologie visive significative. Ad ogni bambino è stata rilevata l’AV monoculare e binoculare a 4 mt con i LEA Symbols, l’AV binoculare a 40 cm con i LEA Symbols, la stereopsi a 40 cm ...







Tesi optometria 23 Febbraio 2018

...: “La stereopsi in profondità e in rilievo: c’è relazione con l’ampiezza dell’area di Panum?”. Relatore: Paolo Sostegni. Propositi. In questo lavoro è stata valutata l’eventuale presenza di una differente percezione tra stereopsi in rilie...

Tesi optometria 20 Aprile 2018

.... La stereopsi, espressione più fine e complessa del sistema visivo binoculare, rappresenta un indicatore importante della funzionalità e dello sviluppo della visione binoculare nei bambini. Esistono numerosi test per valutare e quantificare la stereoacuità; recentemente nuovi dispositivi digitali e moderne tecnologie ne stanno sviluppando altri, sempre più raffinati e precisi. Scopo di questo lavoro sperimentale è comparare i risultati di 4 diversi test per la quantificazione della stereopsi a breve ...

Tesi optometria 28 Settembre 2018

...; - Stereopsi da vicino. Risultati: trascorsi 15 giorni i portatori di lenti a contatto (lac) MF e MV hanno perso meno di 2 lettere (mezza linea di AV) di visione binoculare lontano e vicino in condizioni di alto e basso contrasto (p > 0.05 per entrambi). Non vi è alcuna sostanziale differenza statisticamente significativa tra i due sistemi di visione. Con la lente MF l’acuità visiva monoculare a distanza in condizioni di elevato contrasto è migliorata di una linea nell'occhio non dominante (p = 0.023) ed anche in basso contrasto (p = 0.035). Tutto ciò non si è riscontrato in MV (p Conclusioni: La correzione con lenti a contatto multifocali ha fornito livelli soddisfacenti di AV, paragonabili alla monovisione, senza compromettere la stereopsi. Con la ...






La visione binoculare: approfondimenti su alcuni aspetti di interesse per la pratica clinica
Vinci, 5-6 giugno 2022

... alla stereopsi, alla fusione motoria, ecc. Il funzionamento anomalo di uno qualunque di quei meccanismi può portare ad una irregolarità negli equilibri funzionali che normalizzano la visione binoculare efficiente e ad una possibile conseguente condizione di stress o di disturbo della visione. Questi aspetti devono essere ben noti all’optometrista, il professionista della visione che più profondamente si interessa di visione binoculare, sia per l’approntamento adeguato dell’ausilio visivo, sia per l’interpretazione di quei disturbi della visione che non sono causati da condizioni patologiche ma funzionali. Il corso si rivolge a coloro che già conoscono le teorie e i meccanismi funzionali di base della visione binoculare, ma che vogliano approfondire alcuni aspetti clinici legati a condizioni complicate o che necessitano, per la loro soluzione, conoscenze e competenze non usuali. Contenuti del corso Il docente inizierà con un richiamo ad alcuni fondamenti della visione binoculare, come gli assi visuali e la fissazione, la fusione e la dominanza oculari, che saranno rivisti alla luce delle finalità del corso. Si passerà poi a trattare la disparità di fissazione, un tema fondamentale per la valutazione della qualità della visione e del comfort della correzione da prescrivere. Ultimo tema, la stereopsi e la sua...



La visione binoculare: l'esperienza della stereopsi negli strabismi
Vinci, 19 Maggio 2024

... alla stereopsi, alla fusione motoria, ecc. Il funzionamento anomalo di uno qualunque di quei meccanismi può portare ad una irregolarità negli equilibri funzionali che normalizzano la visione binoculare efficiente e ad una possibile conseguente condizione di stress o di disturbo della visione. Questi aspetti devono essere ben noti all’optometrista, il professionista della visione che si interessa profondamente anche di visione binoculare, sia per l’approntamento adeguato dell’ausilio visivo, sia per l’interpretazione di quei disturbi della visione che non sono causati da condizioni patologiche ma funzionali. Il corso si rivolge a coloro che già conoscono le teorie e i meccanismi funzionali di base della visione binoculare, ma che vogliono approfondire alcuni aspetti clinici legati a condizioni complicate o che necessitano, per la loro soluzione, conoscenze e competenze non usuali. Contenuti del corso Il docente inizierà con un richiamo ad alcuni fondamenti della visione binoculare, come gli assi visuali e la fissazione, la fusione e la dominanza oculari, che saranno rivisti alla luce delle finalità del corso. Si passerà poi a trattare la disparità di fissazione, un tema fondamentale per la valutazione della qualità della visione e del comfort della correzione da prescrivere. Fra gli strumenti usati per il rilevamento della foria associata (disparità di fissazione), sia da lontano che da vicino, verrà affrontato l’argomento di come prescrivere il prisma compensatorio ideale. Dall’idea del Prof. J.-B. Weiss, sviluppata poi nei colloqui con l’amico Angie Minichiello, è scaturita una tecnica innovativa per prescrivere il prisma finale. I risultati eccellenti, durante la pratica clinica di Minichiello, hanno confermato la qualità di questa tecnica che verrà presentata durante il corso. Ultimo tema, la stereopsi e la sua...