19/7/2016 - La sicurezza dei nostri pazienti passepartout obbligato per il riconoscimento professionale


Avere competenze ed abilità adeguate ai compiti da svolgere, ma anche caricarsi della responsabilità del proprio operato e garantire la sicurezza del paziente sono le chiavi per accedere all’Optometria.

Il tema della sicurezza, soprattutto nell’applicazione delle lenti a contatto e nella gestione del paziente, è spesso trascurato: non se ne parla molto, almeno non tanto quanto le questioni che riguardano gli aspetti tecnici o clinici delle applicazioni, le caratteristiche di questa o quella lente a contatto, il caso difficile risolto con la lente particolare, ecc. Non se ne parla abbastanza nelle scuole, non se ne parla abbastanza nei social media, non se ne parla abbastanza nelle associazioni.
Con un paio di lodevoli eccezioni, almeno per le mie conoscenze. Una è l’Euro-K, l’accademia europea di ortocheratologia, che fin dal suo esordio ha sollevato la questione della sicurezza e la necessità di una corretta informazione, del consenso informato, di una assicurazione professionale; l’altra è la Sopti, che già nel 2005 mise a punto per i propri associati una assicurazione professionale e che oggi ne presenta una nuova, come visibile sul sito all’indirizzo http://www.sopti.it/assicurazione-professionale/.

Il tema dell’assicurazione professionale deve essere messo al centro dell’attenzione di tutti gli operatori del campo dell’optometria e in particolare in quello specifico delle lenti a contatto, dai produttori ai professionisti applicatori, nel loro stesso interesse e in quello degli utenti finali. O meglio, di tutti quegli operatori (applicatori, contattologi, o come vogliamo chiamarli) che si prendono la responsabilità dell’applicazione e dell’adattamento delle lenti a contatto.
Due anni fa, in un mio editoriale scrivevo: “Questo tema della responsabilità è quasi sconosciuto nel nostro settore, molti colleghi non ne vogliono parlare, ma dovremo pur affrontarlo se vogliamo crescere, se vogliamo imporci come i professionisti di riferimento delle lenti a contatto. Cominciando finalmente a distinguere tra chi produce prestazioni professionali, applicando le lenti a contatto, controllando l’applicazione con il supporto di strumentazione adeguata, verificando l’adattamento, prendendosi la responsabilità del proprio operato in caso di problemi, e chi vende le lenti che sono state provate, valutate e prescritte da altri, e non intende prendersi nessuna responsabilità. Tenendo bene a mente che questa eventuale seconda scelta è assolutamente legittima e non meno dignitosa della prima.”

Se vogliamo che l’optometria abbia qualche possibilità di essere riconosciuta legalmente occorre, oltre ad una buona formazione che produca competenze ed abilità adeguate ai compiti da svolgere, che il professionista si prenda la responsabilità del proprio operato e garantisca la sicurezza del paziente. La responsabilità della prescrizione è l’elemento discriminante tra professionista e commerciante. Quest’ultimo si prende solo la responsabilità delle caratteristiche ottiche dell’ausilio (ovvero della conformità alla prescrizione) e delle sue qualità strutturali. Il professionista si prende anche la responsabilità della prescrizione della correzione dei difetti di refrazione con diversi ausili ottici. E la presa di responsabilità passa anche per la sottoscrizione di una assicurazione professionale adeguata.

A cura della Direzione