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Prismi e visione binoculare. Strumenti e tecniche per una corretta prescrizione. Metodo e correzione secondo Haase (MCH)

...atore Pintus presenterà la sequenza di Haase, nota anche come metodo MCH, analizzando le caratteristiche dei vari test della sequenza, indirizzati ad ottenere una compensazione ottica con la quale il soggetto raggiunga non soltanto la migliore AV, ma anche il rispetto della funzionalità binoculare e il maggior comfort possibile. Ampio spazio dedicato alla pratica: i partecipanti, divisi in piccoli gruppi, potranno tutti vedere e mettere in pratica la tecnica di Humphriss, utilizzare il disparometro, prendere misure di disparità con la Wesson card, con il test di Mallet, con il test di Kratz/Weiss. Potranno anche, sempre nelle varie sessioni pratiche, verificare gli effetti delle diverse prescrizioni sulle performance visive, misurando la velocità di lettura con il test di Radner, la sensibilità al contrasto per lontano e per vicino con il Vistech e con test per il basso contrasto come quello di Rossetti, la percezione periferica con un test dinamico messo a punto all’Istituto. Nella prima edizione del corso grande coinvolgimento dei partecipanti, molte domande, una bella condivisione dei temi tra docente e discenti, su argomenti che hanno stimolato un bel dibattito tra i 24 (tale era il numero massimo degli ammessi) ottici e optometristi iscritti al corso. Un resoconto sulla prima edizione del corso si può trovare alle pagg. 14-15 del N.8 di Optometria, scaricabile qui. Responsabile del corso Salvatore Pintus, Opto...



Prismi, disparità di fissazione e visione binoculare. Strumenti e tecniche per una corretta prescrizione. MCH e metodi alternativi
Vinci, 4-6 Ottobre 2015

...atore Pintus presenterà la sequenza di Haase, nota anche come metodo MCH, analizzando le caratteristiche dei vari test della sequenza, indirizzati ad ottenere una compensazione ottica con la quale il soggetto raggiunga non soltanto la migliore AV, ma anche il rispetto della funzionalità binoculare e il maggior comfort possibile. Ampio spazio dedicato alla pratica: i partecipanti, divisi in piccoli gruppi, potranno tutti vedere e mettere in pratica la tecnica di Humphriss, utilizzare il disparometro, prendere misure di disparità con la Wesson card, con il test di Mallet, con il test di Kratz/Weiss. Potranno anche, sempre nelle varie sessioni pratiche, verificare gli effetti delle diverse prescrizioni sulle performance visive, misurando la velocità di lettura con il test di Radner, la sensibilità al contrasto per lontano e per vicino con il Vistech e con test per il basso contrasto come quello di Rossetti, la percezione periferica con un test dinamico messo a punto all’Istituto. Responsabile del corso Salvatore Pintus, Opto...








Tesi optometria 6 Luglio 2017

...atore Pintus/Giuseppe Migliori. Questi case report nascono da una esigenza comune. Entrambi i soggetti presi in esame sono affetti da cheratocono e sono potatori di lenti a contatto gas-permeabili con ottimi risultati visivi a cui non vogliono assolutamente rinunciare, ma con evidenti problemi di alterazioni corneali e tollerabilità. Entrambi vivono un periodo di transizione che li porterà ad affrontare nel giro di qualche mese un intervento l’uno per un trapianto e l’altro per un cross-linking. Da qui l’esigenza di ridurre al minimo il discomfort aumentando per quanto possibile le ore di porto senza influire sul quadro fisiologico della cornea e contenere l’investimento economico cercando se possibile di non sostituire le lenti attualmente utilizzate. Un soggetto è un trentottenne con una difficile convivenza con le lenti gas-permeabili, con presenza di erosioni corneali ricorrenti, che gli impedisce di proporsi per un lavoro stabile avendo una acuità visiva naturale binoculare che non arriva al decimo. L’altro, un giovane neo laureato di venticinque anni, deve affrontare un dottorato con necessità di uso prolungato delle lac. L’obbiettivo dello studio è stato valutare se, mantenendo le lenti in uso, fosse possibile la convivenza con la lente morbida di supporto che sarà scelta in base a tre requisiti principali: la elevata trasmissibilità all’ossigeno per ridurre al minimo il rischio di ipossia, la facilità di sostituzione per agevolare la compliance ed il suo spessore e potere per sfruttare al meglio la nuova superficie di appoggio delle lenti abituali. Dopo varie prove la lente morbida di supporto scelta è stata in materiale delefilcon A a ricambio giornaliero con un Dk 140 e di potere +1.00/+1.50. Ai controlli successivi queste applicazioni hanno mostrato un evidente miglioramento del quadro fisiologico, un adeguato comportamento sulle cornee ectasiche ed un corretto supporto per le lenti rgp. L’obiettivo della scelta applicativa è stato ottenuto evitando la sostituzione delle lenti originariamente in uso e consentendo ai due soggetti di ampliare abbondantemente le ore di porto salvaguardando il tessuto corneale. MARCHESI CRISTIAN E CASTELLUCCI CLAUDIO Titolo della tesi: “Trattamento dell’ambliopia: metodologie tradizionali e nuove tecniche”. Relatore: Luciano Parenti. In questa tesi si sono volute analizzare diverse metodologie di trattamento dell’ambliopia, dalla classica occlusiva, ritenuta per decenni la più efficace se eseguita in determinati momenti, a quelle più moderne e innovative che in un certo senso ribattono e smentiscono questo concetto. Oltre alla tradizionale occlusione, è stato recentemente proposto un trattamento legato all'apprendimento percettivo che permette di acquisire, identificare e categorizzare input elaborando, con nuovi stimoli - risposte, una nuova capacità di identificare e riconoscere oggetti attraverso la plasticità neuronale. Ciò può avvenire non solo nel bambino ma anche nell’adulto con percorsi riabilitativi che migliorano le prestazioni visive attraverso l’uso di un impegnativo e mirato compito visivo. Un altro metodo di trattamento innovativo è basato sulla valutazione del problema visto peró sotto un nuovo aspetto concettuale e cioè che la perdita di visione binoculare non è una conseguenza dell’ambliopia bensì il contrario, che quindi l’ambliopia è una conseguenza della perdita di visione stereoscopica. Questo porta a incrementare la capacità di collaborazione tra i due occhi aumentandone la risoluzione stereoscopica per poi ottenere quindi anche un miglioramento dell’acuità visiva. In conclusione si è potuto notare come questi nuovi trattamenti proposti che sviluppano alcuni concetti già conosciuti, affiancati però da recenti studi che ampliano e allargano le possibilità di cura migliorandone i risultati, se approcciati con metodi standardizzati, possono aprire nuovi orizzonti in campo optometrico. PINI ALDO Titolo della tesi: “Valutazione sperimentale del Beta test”. Relatore: Silvio Maffioletti. La ricerca si è sviluppata mediante la somministrazione di una batteria di test visivi e di una prova di ricerca visiva, il ‘Beta Test’ in versione fitta e in versione larga, a un campione di bambini di due scuole primarie lombarde, in provincia di Brescia e di Varese. Sono stati esaminati più di centocinquanta bambini; tra essi 138 (65 femmine, 73 maschi), compresi tra i 6 e i 9 anni, sono stati considerati validi per l’analisi dei dati. Sono stati utilizzati i seguenti test: acutezza visiva da lontano monoculare e binoculare, acutezza visiva binoculare a 40 cm, stereoacuità da vicino, punto prossimo di convergenza a rottura e recupero. Inoltre è stato somministrato il Beta Test a tutti i bambini, utilizzando le schede originali su un leggio inclinato di 20° e posizionato all’opportuna distanza di 40 cm. Il Beta Test è stato preceduto dalla scheda pre-test, che fornisce informazioni sulla capacità esecutiva del bambino; a seguire sono state somministrate le due schede, una con affollamento 100% (Beta Largo) e una con affollamento 20% (Beta Fitto), rilevando il tempo impiegato e gli errori compiuti. Nel Beta Test il bambino è chiamato a ricercare e barrare i cinque simboli ? presenti in ognuna delle cinque righe, ognuna delle quali contiene 31 simboli. Due le indicazioni emerse dall’analisi dei dati. La prima è che l’affollamento influisce sia sull’accuratezza che sulla velocità di esecuzione; in particolare gli errori nel Beta Fitto sono risultati significativamente maggiori che nel Beta Largo, mentre i tempi di esecuzione sono risultati significativamente maggiori nel Beta Largo che nel Beta Fitto (p-value L’analisi dei dati raccolti ha altresì dimostrato che, a parità di età, le risorse visive e cognitive sono diverse per ogni bambino; non tutti hanno le medesime risorse e non tutti possono raggiungere, a parità di impegno, lo stesso rendimento nell’efficienza scolastica. RIGAMONTI SERGIO Titolo della tesi: “Paralisi dell’abducente dell’occhio destro e adattamento di lenti progressive: case report”. Relatore: Salvatore Pintus U...

13/12/2019 - Salvatore Pintus ci ha lasciati

...atore Pintus ci ha lasciati mercoledì sera, all’età di 64 anni. A Vinci era nato come ottico e optometrista, e cresciuto come professore e professionista di eccellenza. All’IRSOO sarà sempre ricordato da tutti con grande affetto. Qui un breve ricordo del direttore. "Attonito prima, profondamente addolorato e triste dopo; così posso riassumere i sentimenti che ho provato alla notizia della morte di Salvatore Pintus. E po...