L’incontro tra gli ex studenti e gli insegnanti dell’IRSOO si è tenuto il 22 Ottobre scorso. Con una sorpresa. Quest’anno infatti l’IRSOO ha voluto omaggiare i partecipanti di due seminari su temi che proprio negli ultimi tempi hanno raggiunto un peso significativo sull’attività sia commerciale che professionale degli ottici. Sia le lenti monofocali evolute, intese come aiuto accomodativo per migliorare il comfort nelle prolungate attività visive per vicino, sia la protezione dalla luce blu per limitarne i possibili effetti nocivi, entrano sempre più insistentemente a far parte dell’armamentario dell’ottico che vuole dare un servizio più attuale, innovativo e avanzato ai propri clienti. Ma le soluzioni più innovative o più tecnologicamente avanzate non sono esenti da aspetti contrastanti e da limitazioni d’uso; occorre dunque conoscerne le caratteristiche, comprenderne le funzionalità reali e sapere quando utilizzarle e quando no. I seminari sono stati fatti proprio con l’intento di dare informazioni (sia pure senza voler esaurire il tema, visto il poco tempo a disposizione) che potessero servire ad indirizzare verso un corretto uso dei prodotti proposti dalle aziende. A fine pagina trovate un breve sunto degli argomenti trattati nei seminari.
Il quarto “Rivediamoci... a Vinci” è iniziato al mattino, con l’accoglienza dei partecipanti presso i locali dell’Istituto, accolti dal direttore, dai docenti e dalle cinque aziende sponsor che hanno avuto il piacere di sostenere l’evento: Coopervision, CSO, Nikon, Safilens, Vita Research. Durante la mattinata gli interessati hanno potuto visionare i laboratori e gli ambulatori, sia quelli destinati alla ricerca che quelli utilizzati per la didattica, “che insieme fanno dell’IRSOO la più attrezzata struttura formativa italiana nel campo dell’ottica e dell’optometria” come sostiene il direttore Alessandro Fossetti. “Abbiamo ben nove laboratori attrezzati per l’attività pratica dell’ottica, dell’optometria e della contattologia, più due per la ricerca. E sono laboratori veri, non aule con funzioni saltuarie di laboratorio. Nessun’altra struttura in Italia può vantare tanta abbondanza”. Molti hanno anche potuto vedere all’opera e provare alcune delle più innovative strumentazioni di cui l’IRSOO si è dotato recentemente, nell’ambito del nuovo indirizzo programmatico, finalizzato alla sperimentazione e alla ricerca, oltre che all’aggiornamento e al perfezionamento dei corsi tradizionali e alla realizzazione di percorsi formativi innovativi.
A fine mattinata trasferimento nella sala conviviale dove, prima del pranzo, si è tenuta una breve presentazione degli scopi della giornata, con l’intervento di alcuni dei convenuti. Come da tradizione anche quest’anno ospite d’onore Sergio Villani, primo direttore dell’Istituto e propulsore, come ha ricordato l’attuale direttore, di quella passione per l’optometria che ha portato tanti ottici italiani, per almeno tre decenni a partire dal 1970, a studiare per anni, partecipando a corsi diversi, alla ricerca di un riconoscimento dell’optometria. Un percorso che si è realizzato prima a Vinci, poi a San Marino, per altri a Verona, poi ancora a Lugano, fino all’Università di Latvia, per un master in optometria che alla fine non è stato ottenuto invano, se si pensa che le prime, decisive sentenze della Suprema Corte di Cassazione a favore dell’optometria, sono state conquistate proprio da optometristi che avevano fatto quel percorso.
Fossetti ha voluto sottolineare come il continuo impegno allo studio e all’approfondimento della propria formazione che avevano quegli ottici e optometristi che seguivano il professor Villani, fosse sorretto dalla passione per l’optometria, dall’amore per il proprio lavoro, dalla volontà di ottenere un riconoscimento del proprio ruolo, dalla comprensione che ciò dovesse passare per una formazione di alto livello e non potesse invece essere garantito dal possesso di una abilitazione presa chissà come. Temi importanti ancora oggi, temi attuali; temi che non sono stati compresi dalla categoria, che continua ad essere divisa di fatto sulla buona formazione e unita saltuariamente solo dalle lotte ai premontati o dalle vendite online, o dalle richieste di riconoscimento facile dell’optometria; e in qualche caso anche di conseguimento, ancor più facile, dell’abilitazione.
Sono seguiti gli interventi di due ex allievi, che hanno in qualche modo riaffermato i temi ricordati dal direttore. Enrico Pirotta, ottico dal 1983, ha denunciato l’abbandono, da parte di molti ottici italiani, di quegli ideali che pervadevano l’ambiente optometrico vinciano degli anni ’80; Aldo Pini, optometrista diplomatosi nel 2017 al corso di Milano, a nome anche degli allievi della sua classe presenti in gruppo all’evento, ha voluto sottolineare il clima stimolante e i pregi dell’ambiente vinciano, sia per la qualità della formazione rilasciata che per l’accoglienza e la disponibilità di tutto il personale dell’IRSOO, docente e non.
Ancora una volta una giornata piacevole, seguita da una mattina dedicata ai seminari, con la buona formazione al centro delle attenzioni. Come sempre.
Seminario 1 - Monofocali evolute, sostegno accomodativo, antifatica, aiuto all’accomodazione, ecc. Istruzioni per l’uso. Trucchi e consigli per selezionare il portatore.
Oggigiorno le aziende del settore oftalmico propongono, nel loro portafoglio prodotti, lenti monofocali “evolute” che presentano una geometria simile ad una lente progressiva, ma con valori di addizione bassi. Lo scopo di queste lenti, destinate principalmente ad una clientela non presbite, dovrebbe essere quello di ridurre l’impegno accomodativo nella visione da vicino migliorando il comfort. Il seminario, tenuto da Alberto Bernardoni e Paolo Sostegni, è stato proposto con lo scopo di evidenziare quali siano i vantaggi e gli svantaggi nella prescrizione di queste particolari lenti oftalmiche e, consapevoli che non tutti accettano volentieri lenti positive per vicino, aiutare il professionista nella selezione del candidato ideale. Partendo da questi propositi, il seminario è stato diviso in due parti: una teorica iniziale ed una pratica, a completamento della teoria. Ai partecipanti è stata fornita una mini batteria di test per vicino scaricabile sui propri smartphone e tablet; eseguendo poi i test hanno potuto verificare come sia possibile evidenziare soggetti con maggiore e minore accettabilità di positivo. Con questi aiuti digitali il professionista può diventare più consapevole delle condizioni di utilizzo delle lenti e delle condizioni dei possibili portatori e di conseguenza più sicuro nel proporre tali lenti alla propria clientela.
Seminario 2 - Protezione dalla luce blu: quando, quanto, e perché. Il terzo recettore e il ritmo circadiano. Con una analisi delle lenti filtranti disponibili sul mercato.
E’ evidente a tutti come quello della protezione dalla luce blu sia un tema attuale e molto dibattuto, visti i correlati clinici che si porta dietro, con le dichiarate influenze sull’eziogenesi della cataratta e i possibili danni alle cellule retiniche. Il seminario è stato tenuto da Regina Comparetto, che ha discusso la tesi di laurea in Ottica e Optometria proprio sulle lenti protettive dalla luce blu, e dal suo relatore prof. Alessandro Farini. Un argomento che potremmo definire “di moda”, e che viene cavalcato da moltissime aziende produttrici di lenti oftalmiche. Nel corso del seminario è emerso che, come spesso accade, dietro questa moda vi è una mescolanza di aspetti assai interessanti e importanti, insieme a qualche forzatura non sempre completamente corretta. Se è vero che da tempo sembrano esservi evidenze per un danno di tipo retinico dovuto alla luce blu, l'effetto della medesima sul ciclo circadiano riveste un ruolo importante nella vita delle persone. Importante e attuale, visto che il premio Nobel 2017 per la fisiologia e medicina è stato assegnato agli scienziati che hanno fatto luce proprio sui meccanismi che controllano i ritmi circadiani. Insomma il tema della luce blu appare un argomento oggettivamente di duplice natura, dato che risulta essere utile e dannoso a seconda del contesto. I relatori hanno mostrato gli spettri di trasmittanza delle lenti presenti sul mercato, illustrando gli aspetti più interessanti, in particolare in tutti quei casi in cui si vuole distinguere la luce "buona" da quella "cattiva" (pur con tutta l’approssimazione contenuta in questi termini).
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